lunedì 13 ottobre 2014

Politiche di promozione della pratica sportiva

Consiglio Comunale, Cesena 10 ottobre 2014. 
L'odierna mozione ci consente di fare alcune considerazioni in merito allo sport ed anche sul senso che deve essere dato nel mettere in atto politiche di promozione della pratica sportiva. Considerazioni quanto mai necessarie visto che siamo ormai al termine di questo anno 2014 in cui Cesena è stata dichiarata "città europea dello sport" e che richiamano il ruolo della politica affinché essa sostenga adeguate politiche di promozione dello sport. Ci pare quindi "usare" questa occasione per riaffermare i motivi che hanno portato il nostro gruppo a condividere e sostenere questa mozione. Vorrei richiamare tre dimensioni forti dello sport: il senso, il valore educativo e la gratuità dello sport.
Il senso dello sport! 
Lo sport è un'attività umana tra le più significative. Possiamo dire che lo sport riproduce su un piano simbolico la realtà della vita, che è impegno, sacrificio, lotta, sofferenza, ma anche gioia, speranza, soddisfazione e felicità. Quando si pratica uno sport, sia a livello agonistico che amatoriale, ogni partita è una sfida, che può essere vinta o persa. La grandezza dello sport sta però nel fatto che ogni sconfitta non è mai definitiva, si può trovare sempre la forza per un'altra sfida, per un'altra occasione. La capacità di rinnovare sempre la sfida, di vincere o perdere elaborando la vittoria o la sconfitta per poi tornare a confrontarsi, è anche il fondamento della nostra vita. Metodo, preparazione, applicazione, tenacia, allenamento, ricerca dell'eccellenza, rivisitazione costante della prestazione, del gesto tecnico e dello stile di gioco al fine di rivederlo, ripensarlo, aggiornarlo e perfezionarlo: lo sport è tutto questo. Così è nello sport, ma è così anche nella vita quotidiana e nel lavoro.
Il valore educativo dello sport!
Sì!! Perché il problema centrale della promozione sportiva non è limitarsi al perseguimento della conoscenza di un gesto tecnico o di un risultato, ma riuscire ad educare alla conoscenza di se stessi e degli altri. Si tratta di educare con lo sport! Questo compito non è né facile, né scontato. Richiede pazienza e sacrificio. Costa fatica proporre uno sport di qualità, che sia realmente un fattore che contribuisca a costruire nei giovani di oggi il capitale umano di domani. È faticoso costruire e offrire un modello di attività che faccia dello sport una cosa seria tra le cose serie della vita, uno sport capace di accogliere i volti delle persone: i bravi e i meno bravi, abili e disabili, i cosiddetti campioni e le «schiappe».
La gratuità nello sport!
Lo sport, ancora oggi, possiede una forza attrattiva e propulsiva di tale energia da poter incidere in modo straordinario sulle sensibilità e sulle emozioni di milioni di persone di tutte le età. Occorre però oggi interrogare lo sport su quali debbano essere i suoi principi guida e su come testimoniarli. Se da una parte lo sport professionistico è sottoposto alle logiche del denaro e dello spettacolo, dall'altra proprio questi mandano in crisi il senso e il valore stesso dello sport. La ricerca a tutti i costi del successo conduce a comportamenti sleali, tentativi di corruzione, inganni, volontà di prevalere ad ogni costo sull'altro giocatore. Il successo, la fama, la ricchezza e il potere, imposti come nuovi «valori» dallo sport professionistico, arrivano a condizionare profondamente la vita dei nostri ragazzi. Lo sport rischia di perdere i contenuti simbolici dando sempre meno spazio per i comportamenti gratuiti. Lo sport ha sempre parlato con il linguaggio del cuore. Per essere socialmente significativo, allora, lo sport deve diventare principio generativo di relazioni, stile di vita, comportamento, dialogo, partecipazione, cittadinanza attiva. Richiamo queste tre dimensioni perché a volte nemmeno le istituzioni le hanno chiare, cosicché lo sport viene preso in considerazione solo quando costituisce un'attività economica. Accanto al ruolo economico, c'è soprattutto un valore sociale che non possiamo non considerare. Ecco allora l'opportunità di questa mozione che sosteniamo e appoggiamo favorevolmente. In queste direzioni vorrei sottolineare ora il ruolo di Associazioni e Club sportivi!
Lo sport, fatto di prove e sacrifici, di gioie e delusioni, di traguardi da conquistare e sempre da rinnovare, è una grande scuola di vita, sulla quale puntare per aiutare i giovani a costruire i loro progetti, ma anche il loro senso di responsabilità, di appartenenza e di dedizione al prossimo. Ed è con esempi, iniziative e azioni concrete che bisogna alimentare il rapporto con loro, affinché educare voglia realmente dire «fare insieme», per poi creare capacità, stima di sé, identità e quindi autonomia. Al centro di questo orientamento c'è il fondamentale valore delle società sportive e dei club. In questo senso la promozione e il sostegno ad associazioni, società, club sportivi è da privilegiare. In essi, l'importanza formativa dello sport acquista la sua dimensione di maggiore efficacia, poiché diventano luogo dell'orientamento, dell'ascolto, dell'accoglienza e del recupero, che è l'esatto contrario dello sport delle palestre verso cui si sta indirizzando oggi la pratica sportiva. Occorrono però società sportive che non siano solo club erogatori di servizi, non chiuse in se stesse ma dinamiche, sempre in ascolto dei bisogni umani ed educativi del territorio, aperte alla collaborazione con le altre realtà educative (famiglie, scuole, etc.), che tengano le loro porte sempre aperte per accogliere sia i beneducati di questo mondo sia i maleducati, dal momento che sono proprio questi ultimi ad avere più bisogno della formazione che è capace di dare lo sport. C'è bisogno di società sportive che siano luoghi di incontro e di amicizia. Sostenere queste associazioni, alimentare questo senso dello sport è un investimento culturale e sociale. Ma che ripeto deve essere svolto in stretta collaborazione con le altre realtà educative di cui la famiglia è centrale! Non possono certo le difficoltà economiche di molte famiglie limitare l'accesso dei bambini e dei ragazzi ai servizi sportivi. Uno stretto legame fra famiglie e società sportive deve essere centrale. Un legame che non è certo di natura contabile.

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