dal Consiglio Comunale di Cesena del 05.02.2015
La dimensione del volontariato, soprattutto in ambito
giovanile, è una componente di vita che non può essere trascurata perchè
elemento di valore per una crescita personale e per una espressione di comunità
dentro un territorio.
Mentre si riafferma l’intenzione di consolidare, a
livello governativo, l’esperienza del servizio civile volontario (è in
discussione alla Camera la riforma del Servizio Civile con l’introduzione del Servizio
Civile Universale) per ampliare il numero di persone da poter
coinvolgere in questa esperienza e mentre si discute in modo ampio sulla
riforma del Terzo Settore, occorre però evidenziare che tra i giovani siano
poco diffuse le pratiche di volontariato e di partecipazione civica.
Tendenzialmente non sono molto propenso a citare dati,
indagini statistiche, percentuali, ma a riguardo vorrei farlo perché sono
numeri che danno lo spessore di una situazione che personalmente,
nell’esperienza che vivo, trovo vera e reale.
Vorrei portare come conferma dati ricavati da un’indagine,
“Rapporto Giovani”, compiuta
dall’Istituto Toniolo dell’Università Cattolica di Milano che, poi, nello
specifico è stata presentata e utilizzata dal Governo nell’illustrare le
riforme e gli impegni futuri in questo ambito (conferenza stampa del Sottosegretario al
Lavoro 20.01.2015).
Dati che si riferiscono a dei giovani nati a cavallo
degli anni 2000, quindi di età compresa fra i 14 e i 17 anni. Cioè:
- quasi il 64,7% degli intervistati non ha mai praticato
esperienze di volontariato;
- l’86,4 % non ha mai partecipato a forme associative o
gruppi organizzati;
- una partecipazione che diminuisce ancora quando si
considerano partiti o movimenti politici; solo l’8,8 % degli intervistati è
coinvolto.
Dati che ancora di più confermano una tendenza che a
mio avviso porta, insieme ad un diminuzione di ricchezza che ogni giovane
riceve da un’esperienza di volontariato, ad un indebolimento della democrazia.
I motivi che esprimono questo indebolimento sono
diversi, non solo perché si rileva uno scarso interesse sociale e per il bene
comune, ma anche perché l’impegno civico è indicatore della coscienza del
tessuto sociale e incide su quella “solidarietà
democratica”, come la chiamava Jürgen Habermas filosofo tedesco. Il quale
ritiene che proprio attraverso questa solidarietà democratica si veicola nella
società un reciproco riconoscimento delle diversità e costituisce ciò che rende
accettabili le regole sociali e la legittimazione degli equilibri di potere
nelle istituzioni.
Perché allora
c’è questo sentire fra i giovani?
Non mi addentro in analisi sociologiche, però alcuni
elementi vanno evidenziati così da dare la giusta rilevanza alla dimensione del
volontariato e, in esso, al servizio civile volontario.
1. Un primo elemento proviene sicuramente da alcuni
processi culturali in cui siamo immersi, nei quali si è privilegiata la
dimensione individuale rispetto a quella comunitaria: sono forti i messaggi che
spingono alla competizione e al successo e che portano a disinteressarsi dei
legami e delle relazioni, favorendo un impegno verso la soddisfazione dei
propri desideri.
2. Un secondo elemento di lettura di questa realtà può
essere connesso con lo scarso livello occupazionale. La crisi occupazionale nei
giovani porta le persone che non lavorano ad essere meno coinvolte nella
partecipazione civica, si sentono meno integrati nella società in cui vivono e
tendono a ricercare sostegno piuttosto che offrirne agli altri.
3. Un ulteriore elemento si può rintracciare nella
egemonia involontaria delle generazioni adulte che sono radicate nelle diverse
pratiche di volontariato civile e politico e spingono le nuove generazioni al
disimpegno. I giovani sono portatori di novità e la sproporzione demografica
fra giovano e adulti porta a far prevalere il “si è fatto sempre così”.
A fronte anche di queste considerazioni, allora, la
mozione sul servizio civile che ci è posta oggi ha due risvolti che vanno
apprezzati e sostenuti.
Primo!
Nella parte del ritenuto della mozione dove si esprime
il valore e il senso del Servizio Civile Volontario proprio in ordine al
recupero di valore sopra evidenziato.
Secondo!
Nell’impegno che vede il Comune direttamente coinvolto
attraverso questo “piano di fattibilità di un sistema sperimentale di Servizio Civile”.
Un impegno che coinvolge il Comune come espressione di una “città larga” in cui
non si cercano nel Servizio Civile vantaggi economici. Davvero occorre essere
liberi da interessi particolari e di parte.
Il Comune in questo può alzare il livello e la
prospettiva anche a partire dalle relazioni con gli altri enti che nel
territorio si occupano di Servizio Civile.
Vorrei che vedessimo i risvolti positivi di questo
recupero, anche governativo, in risorse per la promozione del volontariato, del
Servizio Civile!
È davvero un bene che attraverso la riforma del
Servizio Civile Universale vengano stanziate più risorse economiche.
Il minimo nazionale raggiunto nel 2013 pari a 1300
giovani impegnati nel Servizio Civile Volontario, era davvero preoccupante. Nel
2014 si sono stanziati fondi tali da far salire il numero a 15.600 giovani,
fino alle risorse destinate per quest’anno (2015) per le quali si potrà
raggiungere un numero di giovani impegnati nel servizio civile volontario pari
a 50.000 unità. Questo numero è costituito da tre componenti: 34.000 posti con
un bando che uscirà a marzo, 7.500 attraverso l’organizzazione del progetto
“garanzia giovani”, altri 8.500 posti si ricaveranno con altri bandi diversi.
È da accogliere, quindi con favore questo impegno del
Governo italiano che vuole raggiungere i 100.000 giovani nel 2017.
Ma ribadisco, però, la necessità e la volontà di
sostenere e promuovere il Sevizio Civile evitando di “usare” il Servizio Civile Volontario per altri scopi.
Il Servizio Civile Volontario può rappresentare un
grande momento di impegno civico da parte dei giovani, può costituire un
importante strumento di crescita personale, di partecipazione attiva, di
condivisione di valori, umani e solidaristici. E certamente può costituire
un’esperienza propedeutica all’ingresso vero e proprio nel mondo del lavoro.
Sostenere e promuovere un’azione specifica in
riferimento al Servizio Civile Volontario da parte dell’Amministrazione, senza
vincoli e legami particolari, può alzare il livello di questa partecipazione.
Il nostro interesse devono essere i giovani! Dobbiamo dare sostegno alle loro possibilità
di essere “narratori di speranza” per
il futuro, invitandoli a farsi “esploratori”
di questa terra, di questa nostra città, perché compromettersi, rischiare,
accettare le sfide e dedicarsi sono i modi per rendere reali i sogni di vita
propri di ciascun giovane.
Gilberto Zoffoli
Capogruppo Consiliare
LiberaCesena