domenica 8 novembre 2015

In ricordo del Sen. Lorenzo Cappelli

MOZIONE SU:
“La città di Cesena ricorda il Sen. Lorenzo Cappelli”

Gilberto Zoffoli, Consiglio Comune del 05.11.2015

Con questa Mozione chiediamo che oggi, questo Consiglio comunale, ricordi con partecipazione la scomparsa avvenuta il 15 ottobre scorso di un nostro illustre concittadino.
Chiediamo di ricordare il Sen. Prof. Lorenzo Cappelli!
Auspichiamo che venga intitolato a Lorenzo cappelli uno spazio pubblico, una piazza, una via, una rotonda, una sala!
Vogliamo oggi ricordarlo!
Vorrei ricordare Lorenzo Cappelli attraverso legami personali, per la vicinanza che ho avuto con lui in questi ultimi anni. Con Cappelli ho condiviso la costruzione di uno spazio di cultura politica (Movimento Romagnolo di pensiero e di agire politico “Eligio Cacciaguerra) che rispondesse ad un bisogno di rinnovamento dell’agire politico. Da Cappelli ho avuto incoraggiamento e sostegno affinché mi compromettessi dentro un’avventura politica che mi ha portato a candidarmi sindaco alle ultime elezioni amministrative.
Ritengo però bene compiere questo ricordo in un altro modo!
Con il Senatore Lorenzo Cappelli scompare un protagonista della storia politica di questa nostra terra di Romagna al termine di una lunga vita  dedicata, con autentica passione, alla costruzione del bene comune, esempio mirabile di dedizione e servizio, nell’esercizio intelligente e pacato dell’impegno politico e delle responsabilità amministrative.
La figura del Sen. Lorenzo Cappelli non può essere relegata alla memoria di qualcuno anche se di molti!
Senza la pretesa di dare conto di tutta un’esistenza vissuta intensamente, vorrei provare, allora, a ricordare Cappelli in tre modi: un primo narrando brevemente chi è stato, un secondo attraverso una citazione che Cappelli amava richiamare spesso e un terzo modo leggendo un breve brano di un discorso di una figura a cui Cappelli faceva riferimento costante.
v Chi è stato Lorenzo Cappelli!    
Cappelli nasce a Mercato Saraceno il 2 giugno 1922. Laureato in fisica, professore di matematica (ha insegnato anche nella scuola media di S. Piero), preside, è sempre rimasto legato a Sarsina. Sindaco di Sorbano dal 1948 per tre anni (il Comune di Sorbano verrà poi assorbito da Sarsina nel 1964), dal 1951 al 1995 ricopre ininterrottamente la carica di Sindaco di Sarsina. Dopo l’interruzione di un mandato, torna nel 1999 ad essere Sindaco di Sarsina  fino al 2009. Cappelli per ben 57 anni della sua vita è stato Sindaco!
Ha vissuto con intensità e da amministratore gli anni del dopoguerra, gli anni della ricostruzione! È stato presidente delle Case popolari della Provincia di Forlì dal 1964 al 1971. Poi ha ricoperto la carica di Presidente  della Camera di Commercio. Eletto alla Camera dei Deputati nel 1976  e riconfermato nel 1979; nel 1987 viene poi eletto Senatore. Quando dovrà scegliere tra il mandato parlamentare ed il ruolo di Sindaco sceglie di continuare a fare il Sindaco.
Cappelli, dal 1958 al 1964 e dal 1971 al 1971 è stato anche segretario provinciale della Democrazia Cristiana subentrando a Gino Mattarelli.
Cappelli, nella sua vita, ha rivolto il suo impegno in molti altri ambiti. Vorrei ricordare il suo impegno attivo e determinante nel MAR (Movimento per l’Autonomia della Romagna).
Una vita intensa, una splendida figura di amministratore e di uomo politico che si è dedicato al bene della sua gente, dentro le istituzioni, difendendone il valore e il senso democratico.
v La politica è la forma più alta della carità!   
Questa citazione di Paolo VI è quanto Cappelli amava ripetere, prima di tutto a se stesso, per caratterizzare il suo impegno e i suoi comportamenti.
La politica che per Cappelli è stata la dedizione di una vita; una politica certamente non vissuta come professione, da professionista, ossessivamente volta alla ricerca di un’affermazione personale, perché ai politici è chiesto di cercare non il proprio tornaconto ma la dignità umana. Una vita politica, quella di Cappelli, illuminata dall’onestà, dalla rettitudine, dalla discrezione, dall’eleganza, dall’autorevolezza, dal prodigarsi per il bene comune. Davvero un esempio di buon politico! 
La forma che attraverso l’azione politica significa dare risposte, dare concretezza!  Perché la politica necessariamente deve avere la forma di scelte che incontrano i bisogni della gente che abita la città! Quella forma che cambia, trasforma le difficoltà, le sofferenze in opportunità, in crescita, in sviluppo, in ricchezza. Quella forma che permette al volto umano della città di esprimersi, di vivere, di guardare in alto. Rammendare la città è la forma che la politica può avere oggi!
L’altezza della politica passa necessariamente nel servizio! Servire le istituzione, appoggiarsi alla democrazia, essere amministratori della cosa pubblica è la misura alta con la quale ci si deve relazionare sempre. Istituzioni che vanno servite e non usate, democrazia che va promossa e non occupata, la cosa pubblica che va amministrata come bene di tutti e non di pochi! Cappelli ha sempre ritenuto che ci fosse un modo alto di vivere la politica: servendo, promuovendo e amministrando!
La carità! Questo è il senso ultimo che la politica ha nella sua forma e nel suo modo alto di essere vissuta. La carità è chinarsi verso il basso, verso le povertà, verso le situazioni di sofferenza e di difficoltà. La Carità è volgere lo sguardo verso la vita, verso il futuro, verso la costruzione del bene per ogni uomo; carità è parte di quel dinamismo della bontà che si dispiega verso l’amicizia sociale.   
v Voi avete un solo diritto!
      Una figura alla quale Cappelli faceva riferimento costantemente nel suo impegno politico per la città era Giorgio La Pira.
E allora, vorrei come ultimo passaggio di questo ricordo del Sen. Lorenzo Cappelli, leggere uno stralcio del discorso che La Pira, Sindaco della Città di Firenze, fece al suo consiglio comunale il 24 settembre del 1954, un momento molto difficile della ricostruzione del Paese, in cui il tema della casa era devastante.

Discorso al Consiglio Comunale 24 settembre 1954 
 (…) Signori, io dico a voi, chiunque voi siate: se voi foste sfrattati? Se l'ufficiale giudiziario buttasse sulla strada voi, la vostra sposa, i vostri figli, i vostri mobili, voi che fareste?
Ditemi voi, come fareste? In una comunità cittadina non bestiale ma umana è possibile lasciare senza soluzione un problema così drammatico per la sua improrogabilità ed urgenza?
È possibile che un Sindaco, di qualunque parte sia, se ne resti indifferente davanti a tanta cruda sofferenza?  Ripeto, se capitasse a voi, che fareste? 
Nelle relazioni fra gli uomini bisogna sempre porsi questa domanda nella quale sta l'essenza della legge di amore che il Signore ci comanda: se tu fossi in una determinata posizione cosa vorresti che venisse a te fatto? Non si sbaglia mai quando si sbaglia per eccesso di generosità e di amore: si sbaglia sempre, invece, quando si sbaglia per difetto di comprensione e di amore!
Ebbene, signori Consiglieri, io ve lo dichiaro con fermezza fraterna ma decisa: voi avete nei miei confronti un solo diritto: quello di negarmi la fiducia!
Ma non avete il diritto di dirmi: signor Sindaco non si interessi delle creature senza lavoro (licenziati o disoccupati), senza casa (sfrattati), senza assistenza (vecchi, malati, bambini, ecc.).
È il mio dovere fondamentale questo: se c'è uno che soffre io ho un dovere preciso: intervenire in tutti i modi con tutti gli accorgimenti che l'amore suggerisce e che la legge fornisce, perché quella sofferenza sia o diminuita o lenita. 
Altra norma di condotta per un Sindaco in genere e per un Sindaco cristiano in ispecie non c'è!
Quindi, signori Consiglieri, è bene parlare chiaro su questo punto! Ripeto, voi avete un diritto nei miei confronti: negarmi la fiducia: dirmi con fraterna chiarezza: signor La Pira lei è troppo fantastico e non fa per noi! Ed io vi ringrazierò: perché se c'è una cosa cui aspiro dal fondo dell'anima è il mio ritorno al silenzio ed alla pace della cella di San Marco, mia sola ricchezza e mia sola speranza!
Ed è forse bene, amici, che voi vi decidiate così! Io non sono fatto per la vita politica nel senso comune di questa parola: non amo le furbizie dei politici ed i loro calcoli elettorali; amo la verità che è come la luce; la giustizia, che è un aspetto essenziale dell'amore; mi piace di dire a tutti le cose come stanno: bene al bene e male al male.
Un uomo così fatto non deve restare più oltre nella vita politica che esige - o almeno si crede che esiga - altre dimensioni tattiche e furbe! Ma se volete che resti ancora sino al termine del vostro viaggio allora voi non potete che accettarmi come sono: senza calcolo, fare il bene perché è bene!
Alle conseguenze del bene fatto ci penserà Iddio! 
                Cappelli, nella sua vita ha fatto bene, scegliendo sempre di fare il bene!